sabato 10 maggio 2008


Ti sto scrivendo da Follonica, dove amo così tanto nuotare e nuotare e nuotare, con il mare che mormora la sua voce che riecheggia la musica del primo giorno del mondo, tutta attorno a me. Una città piena di gabbiani malinconici e di rondini gioiose, piena del prufumo delle buganville. Due anni fa passeggiavo qui da solo, sul far della sera: la città erà piena di gioie semplici -le madri che portavano i bambini a mangiare il gelato, coppie di ragazzi e ragazze mano nella mano con dolce trepidazione, i vecchi seduti sulle panchine a chiacchierare. La città era piena delle luci dalle finestre e dai lampioni ed anche in cielo splendevano le stelle, ma come puoi ben immaginare tra cielo e terra c'èra sulla linea dell'orizzonte come una linea nera, un salto di buio che separava nettamente le due zone. È allora che ho visto una minuscola luce muoversi sulla linea più nera dell'orizzonte. Una barca di pescatori aveva una luce accesa e sembrava che una stellina fosse scesa dal cielo e venisse verso di noi, verso di me. Ero senza parole dall'emozione: forse era un barca, forse no, chissà... Il messaggio per me era comunque chiaro: non siamo stati lasciati soli, noi poveri uomini, con le nostre povere luci contro il buio. Gesù -Earendil- Stella del mattino è sceso da noi con la Sua luce eterna. Eala Earendil!

Edoardo Rialti, dalla lettera del 9 luglio 2007

1 commento:

Andrea Cristiano ha detto...

Vorrei essere anche io a Follonica...!
Giovanni ed Edoardo sono lì ora.