sabato 28 febbraio 2009



Venerdì 20 febbraio 2009
E' una delle sere più fredde del mite inverno del tuo paesino nella campagna dauna, e il vento ti fischia nelle orecchie, sorde a quei rari cenni di vita dalla strada di periferia deserta. All'improvviso gli occhi si fermano su un'immagine inaspettata dietro una porta a vetri. Illuminato da una luce vicina e calda, non riesci però a distinguere bene i tratti di quello che sembra essere un ragazzo, forse appena più grande di te. I capelli ricci e neri, la testa reclinata su un lato, è lì seduto su una vecchia sdraio bianca e celeste - come ne vedi tante nelle sere d'estate, quando gli anziani del paese, con le loro facce vissute, si mettono fuori ad aspettare una ventata d'aria fresca e qualche buona nuova. Ha lo sguardo fisso dritto davanti a sè, nel vuoto, e ti tornano in mente le ultime parole di uno di quei film che tuo padre ti ha fatto amare: "Da dove vengo? Dove vado? Quanto mi resta ancora?". E non puoi staccare gli occhi da quel ragazzo già vecchio, finchè i fari di un'auto ti richiamano a guardare il tuo cammino di una fredda sera di febbraio.

Marta