sabato 29 marzo 2008
mercoledì 19 marzo 2008
E un Uomo sedeva da solo, sprofondato in una grande tristezza.
Tutti gli animali si avvicinarono e gli dissero: "Non ci piace vederti così triste; chiedici quello che vuoi e lo avrai."
L'Uomo disse: "Voglio avere una buona vista."
L'avvoltoio rispose: "Avrai la mia."
L'Uomo disse: "Voglio essere forte."
Il giaguaro rispose: "Sarai forte come me."
Allora l'Uomo disse: "Vorrei tanto conoscere i segreti della terra".
Rispose il serpente: "Te li mostrerò".
E così fu con tutti gli animali. E quando l'Uomo ebbe tutti i doni che loro potevano dargli, se ne andò.
E il gufo disse agli altri animali: "Ora l'Uomo sa molto ed è capace di fare molte cose. Improvvisamente ho paura."
Il cervo disse: "L'Uomo ha tutto quello di cui ha bisogno. Ora non sarà più triste."
Ma il gufo disse: "No. Ho visto un buco nell'Uomo, profondo come una fame che mai si placherà. Questo lo rende triste e lo spinge a desiderare. Lui continuerà a prendere e a prendere, finchè un giorno il mondo dirà: 'Non esisto più e non ho più nulla da dare'."
Leggenda Maya, da Apocalypto
lunedì 17 marzo 2008
giovedì 13 marzo 2008
lunedì 10 marzo 2008
domenica 9 marzo 2008
venerdì 7 marzo 2008
Dante Alighieri, cap. XLII di Vita Nuova
mercoledì 5 marzo 2008
E' stato un colpo quando ho visto la tua statua, insomma, quando ho visto in che stato eri, quasi nudo, magro magro sulla tua croce, con delle ferite dappertutto, il cranio sanguinante sotto le spine e la testa che non stava nemmeno più sul collo. Mi ha dato da pensare. Mi sono sentito rivoltare. Se fossi Dio, io, come te, non mi sarei lasciato ridurre in quel modo.
"Nonna Rosa, sia seria: lei che era lottatrice di catch, lei che è stata una grande campionessa, non si fiderà di quell'essere!"
"Perchè, Oscar? Daresti più credito a Dio se vedessi un culturista con i muscoli gonfi, la pella unta d'olio, i capelli corti e il minislip che ne fa risaltare la virilità?"
"Beh..."
"Rifletti, Oscar. A chi ti senti più vicino? A un Dio che non prova niente o a un Dio che soffre?"
"A quello che soffre, ovviamente. Ma se fossi lui, se fossi Dio, se, come lui, avessi i mezzi, avrei evitato di soffrire."
"Nessuno può evitare di soffrire. Nè Dio nè tu. Nè i tuoi genitori nè io."
"Bene. D'accordo. Ma perchè soffrire?"
"Per l'appunto. C'è sofferenza e sofferenza. Guarda meglio il suo viso. Osserva. Sembra che soffra?"
"No. E' curioso. Non sembra che abbia male."
"Ecco. Bisogna distinguere due pene, Oscar, la sofferenza fisica e la sofferenza morale. La sofferenza morale si sceglie."
"Non capisco."
"Se ti piantano dei chiodi nei polsi o nei piedi, non puoi far altro che avere male. Subisci. Invece, all'idea di morire, non sei obbligato ad avere male. Non sai che cos'è. Dipende dunque da te."
"Ne conosce, lei, di persone che si rallegrano all'idea di morire?"
"Sì, ne conosco. Mia madre era così. Sul suo letto di morte, sorrideva di avidità, era impaziente, aveva fretta di scoprire che cosa sarebbe successo. [...] Le persone temono di morire perchè hanno paura dell'ignoto. Ma per l'appunto, che cos'è l'ignoto? Ti propongo, Oscar, di non aver paura ma fiducia. Guarda il viso di Dio sulla croce: subisce il dolore fisico, ma non prova dolore morale perchè ha fiducia. Perciò i chiodi lo fanno soffrire meno. Si ripete: mi fa male ma non può essere un male. Ecco! E' questo il beneficio della fede. Volevo mostrartelo."
Eric-Emmanuel Schmitt, da Oscar e la dama in rosa
martedì 4 marzo 2008
Don Luigi Giussani